LE DODICI FATICHE DI ERCOLE
Infans cum esset, dracones duos manibus necavit, quos Iuno miserat. Leonem Nemeaeum necavit, cuius pellem pro tegumento habuit. Hydram Lernaeam Typhonis filiam cum capitibus novem ad fontem Lernaeum interfecit. Haec tantam vim veneni habebat ut afflatu homines necaret et, si quis eam dormientem transiverat vestigia eius afflabat et maiori cruciatu moriebatur. Hanc Minerva monstrante interfecit et exenteravit et eius felle sagittas suas tinxit itaque quicquid postea sagittis fixerat mortem non effugiebat, unde postea et ipse periit in Phrygia. Aprum Erymanthium occidit. Cervum ferocem in Arcadia cum cornibus aureis vivum in conspectu Eurysthei regis adduxit.
TRADUZIONE
Essendo infante, uccise due serpenti con le mani, che Giunone aveva mandato. Uccise il leone Neméo,la cui pelle egli usò come rivestimento. Uccise presso il lago di Lerna l'Idra di Lerna dalle nove teste, figlia di Tifone. Questa aveva un veleno tanto potente che uccideva gli uomini (solamente) con il soffio e, se qualcuno l'aveva superata mentre dormiva, soffiava sulle sue orme e quello moriva con maggiore tormento. Su ordine di Minerva la uccise e le tolse le interiora e intinse le sue frecce nella bile di quella; pertanto tutto ciò che in seguito aveva trafitto con le frecce non scampava alla morte, per cui dopo anche lui morì in Frigia. Uccise il cinghiale dell'Erimanto. Consegnò vivo alla presenza del re Euristeo il feroce cervo dalle corna d'oro (catturato) in Arcadia.
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